Le differenti paure
Le paure dei bambini cambiano nel corso del tempo e dipendono dalla loro età.
Ad esempio i bambini piccoli possono aver paura dei mostri e di personaggi fantastici, di alcuni animali, del buio e di dormire da soli di notte, dei rumori forti e improvvisi, dei temporali, di separarsi dalle persone care.
Questi tipi di timori sono tipici e comuni sotto i sei anni d’età e dunque sono da considerarsi normali.
Nei bambini un po’ più grandi invece emergono via via differenti paure legate ad esempio alla malattia e alla morte, oppure alla guerra e ad eventi naturali come i terremoti. Non solo, in questo periodo compaiono anche timori relativi al giudizio da parte degli altri come i compagni di classe/ di gioco o gli insegnanti, a cui può accompagnarsi la paura di non riuscire bene a scuola o in uno sport.
La paura di qualcosa diviene un problema quando impedisce ai bambini di dedicare tempo alle attività piacevoli e importanti per la crescita, oppure se sono preoccupati in continuazione tanto da limitare il loro coinvolgimento nel gioco o in altre aree.
Strategie per affrontare le paure
Gli adulti possono sicuramente aiutare i piccoli ad affrontare le loro paure e possono farlo in diversi modi.
Il primo passo può consistere nel riconoscere quell’emozione e nel darle un nome, per poi spiegare che in alcune situazioni è normale provare paura e che si tratta di un’emozione che qualche volta le persone provano. Potrebbe anche essere utile aiutare i bambini a distinguere la paura di cose reali, e che quindi possono davvero accadere, dalla paura di cose che ci immaginiamo e che sono legate alla fantasia.
Possiamo anche disegnare quello che si teme e creare insieme una lista di strategie che possono essere d’aiuto nell’affrontare una situazione difficile. Non solo, il bambino può anche fare un disegno in cui si rappresenta mentre affronta la sua paura, con un oggetto speciale che gli consente di avere la meglio, come una bacchetta/una spada magica o delle parole speciali.
Inoltre è importante aiutare i bambini ad affrontare le situazioni che temono in maniera graduale, passo per passo. Se ad esempio nostro figlio ha paura della piscina, la soluzione non sarà evitare quella situazione, perché in questo modo il timore diviene sempre più grande e radicato. Allo stesso modo la soluzione ideale non consiste nemmeno nel pretendere che il bambino si tuffi sin da subito in acqua, perché rischieremo di spaventarlo ancora di più. Possiamo invece aiutarlo a prendere contatto gradualmente con la situazione temuta, ad esempio iniziando con il recarsi semplicemente in piscina senza entrare in contatto con l’acqua oppure immergendo in acqua solo le gambe.
Gilda Picchio
Laureata in Psicologia Clinica ad Urbino nel 2009, sta concludendo il suo percorso di formazione come psicoterapeuta presso la scuola di specializzazione in Psicoterapia Cognitiva di Ancona. Nel 2012 si avvicina al mondo dell'autismo grazie ad un master svolto nella città di Madrid, dove ha avuto l'opportunità di entrare in contatto con ragazzi con autismo e di lavorare con bambini con difficoltà scolastiche e familiari.
Attualmente lavora nel campo dell'autismo e svolge la libera professione in provincia di Macerata, presso il Centro di Psicologia e Psicoterapia “Sophia”, occupandosi di bambini, ragazzi e adulti.
Inoltre insieme ad una collega realizza percorsi di gruppo sulle emozioni e sull'assertività, per aiutare ogni persona a comprendere quali sono i propri bisogni nella relazione con l'altro, nei diversi contesti di vita.