Le settimane che precedono l’arrivo dell’estate sono da sempre il periodo preferito dai genitori per togliere il pannolino ai piccolini.
Infatti l’estate aiuta, sia per la facilità di spogliarsi rapidamente sia per il fatto di non bagnare i vestiti, con conseguente dispiacere e frustrazione.
Sei preoccupato? Non sai se è il momento giusto per fare questo grande passo?
Il pannolino resta il metodo più comodo, soprattutto fuori di casa?
Ecco qui alcuni consigli pratici per togliere il pannolino senza traumi.
L’età e i metodi con cui togliere il pannolino sono cambiati più volte nel corso del tempo. In passato il traguardo si raggiungeva in fretta, intorno all’anno di età, ma spesso le modalità utilizzate non erano particolarmente rispettose del bambino: i piccoli venivano costretti a orari fissi sul vasino fino all’evacuazione, talvolta dovendo subire sgridate e punizioni se qualcosa non andava come previsto, con un seguito di effetti collaterali dal punto di vista emotivo, relazionale e fisico.
Negli anni ’60, alla luce di nuove ricerche, gli esperti hanno iniziato a consigliare un approccio diverso, riconoscendo come primari i bisogni del bambino e i suoi tempi di sviluppo: è il bambino a diventare protagonista attivo dell’intero processo.
Primo quesito fondamentale: a che età togliere il pannolino?
Non vi è una regola uguale per tutti, ma bisogna tenere presente che eccessivi ritardi in questa acquisizione fisiologica possono comportare per il nostro bambino una serie di problematiche da non sottovalutare: può avvenire a 2 anni come a 3, per esempio. Il pannolino va tolto quando è il momento giusto.
I bambini devono arrivare a capire cosa devono fare quando avvertono il senso di vescica piena. Solo quando acquisiranno questa consapevolezza, riusciranno a trattenere fino a che non si trovano nel posto giusto.
Questo periodo di crescita fa parte di un processo educativo molto più ampio, pertanto sarebbe meglio non attendere l’ultimo momento per pensarci. Non ricordiamoci del pannolino solo qualche settimana prima dell’entrata nella scuola dell’infanzia. I tempi non devono essere dettati dalle necessità della vita familiare, con la pretesa di far acquisire rapidamente al bambino una consapevolezza, che ha, al contrario, bisogno di un più lungo processo di maturazione sia fisica che mentale.
I bambini in questo periodo non vanno mai sgridati se si bagnano: rimproverarli è una cosa sbagliata, invece vanno seguiti nel processo e incoraggiati.
Come togliere il pannolino?
Ogni bambino o bambina ha dei ritmi che vanno rispettati, ecco perché è opportuno non affidarsi a metodi che promettono di togliere il pannolino in pochi giorni.
Parlare solo di spannolinamento, dal punto di vista meccanico, è riduttivo.
Ciò che ci dovrebbe interessare non è unicamente il risultato finale (togliere il pannolino), ma soprattutto come ci arriviamo e il significato educativo per la crescita del bambino.
Questa è una sfida per educare il bambino alla conoscenza e alla cura del proprio corpo e all’autonomia.
Per un bambino, imparare come e quando svuotare la vescica e l’intestino, per non bagnare e sporcare gli indumenti, non è una cosa facile. I genitori quindi devono insegnare ai propri figli ad usare il bagno.
Il processo di apprendimento ad usare la propria vescica è molto lungo e bisogna quindi avere pazienza e non preoccuparsi se ogni tanto c’è qualche incidente, cosa che non va assolutamente fatta notare negativamente al bambino.
L’atteggiamento positivo dei genitori fa la differenza. Quindi come devi comportarti?
- Innanzitutto non avere fretta: aspetta fino a quando il bambino è pronto è una base importante per il successo.
- Prepara le migliori condizioni ambientali perché il bambino accetti di buon grado la nuova situazione: il suo vasino (meglio se scelto insieme a lui).
- Prepara alcuni suoi giochi vicino per intrattenerlo.
- Crea una routine: accompagnandolo al vasino ad intervalli regolari, togliendo il pannolino in bagno e rimani con lui.
- Metti in conto una serie di “incidenti” di percorso, che non dovranno essere troppo sottolineati (ma nemmeno ignorati: semplicemente, dovranno essere accompagnati da una spiegazione serena, tipo “non fa nulla, la prossima che ti scappa dillo e andiamo di corsa in bagno”);
- Lodalo al primo successo: come ad esempio “Ma che bravo! Ma quanta ne hai fatta! La facciamo vedere?”.
- Non dargli mai nessuna punizione.
Considera questa fase non come “problema”, ma al contrario vivila e falla vivere al bambino come un’esperienza di crescita del bambino, con alcune strategie:
1) Stimola il comportamento attraverso l’imitazione: quando stai per andare in bagno palesa la tua azione attraverso il linguaggio (“Sai, devo fare la pipì! Ora vado in bagno!”), avrai reso il tuo comportamento una fonte di apprendimento.
2) Interessa il bambino utilizzando libri illustrati: i libri illustrati aiutano il bambino ad attivare la curiosità. Puoi utilizzare i libri sia prima di togliere il pannolino come strategia per stimolare la curiosità, sia durante l’utilizzo del vasino come intrattenimento.
3) Stabilisci una routine e affronta la paura: sedersi sul vasino appena svegli, prima del pranzo o prima di uscire, perché è importante creare dei gesti rituali che vanno ad inserirsi stabilmente nella sua quotidianità.
Rispondiamo a un grande dilemma: meglio usare il vasino o il riduttore?
Devi sapere che il 30% dello sforzo nella defecazione avviene a carico delle gambe e dei piedi che devono essere ben saldi a terra, per questo motivo è opportuno optare per il vasino. Se il piccolo preferisce usare il riduttore, munisciti di uno sgabellino per aiutarlo a salire sul w.c. e che il riduttore si fissi con sicurezza al water che gli consenta di stare seduto comodamente, senza il rischio di cadere. Per alcuni il vasino può risultare un inutile passaggio in più, per altri invece serve ad acquisire sicurezza prima di abituarsi al gabinetto.
Ecco un trucchetto per aiutare il bambino
Sentirsi bagnato dopo aver fatto la pipì è per un bambino parte dell’apprendimento per essere svezzato dal pannolino. Al contrario, i pannolini moderni contengono prodotti superassorbenti per cui il bambino resta perfettamente asciutto, in quanto le urine sono come sequestrate dal pannolino. Se il bambino non si sente mai bagnato, ci mette più tempo a capire cosa sta succedendo e che andare a svuotarsi al bagno è importante per lui per non avere la fastidiosa sensazione di bagnato e di sporco. Bisogna quindi lasciare che il bambino impari, usando i suoi sensi. Se fai così, il processo sarà più breve.
Inoltre, durante il periodo di apprendimento, nell’uso del bagno è preferibile vestire il bambino con abiti facili da tirare giù e su, evitando zip, bottoni, perché possono rendere più difficile per il bambino ed il genitore stesso togliere i vestiti velocemente.
Non è solo un luogo comune che togliere il pannolino ai maschietti potrebbe richiedere più tempo: le femminucce sono solite raggiungere questo traguardo prima dei maschietti per motivi meccanici.
Togliere il pannolino è una grande conquista
Insegnare a togliere il pannolino fa parte del più generale processo di crescita e significa aiutare ad ottenere l’indipendenza. L’incoraggiamento è molto utile perché rinforzi positivi sono un mezzo utile da usare per insegnare nuove capacità. Quando il bambino non riesce a trattenersi non bisogna deriderlo, offenderlo o rimproverarlo.
Infine, ecco come togliere il pannolino di notte:
- prima di mettere a letto tuo figlio portalo in bagno perché fare la pipì prima di andare a dormire deve diventare una routine delle azioni della sera;
- ricordategli di alzarsi se gli scappa la pipì oppure di chiamarvi se preferisce;
- quando si sveglia diverse volte durante la notte, chiedetegli ogni volta se ha bisogno di andare in bagno;
- se il piccolo al mattino è asciutto, lodatelo, ma se invece ha bagnato il letto non dite nulla, non punitelo e non arrabbiatevi!
SE IL BAMBINO NON RIESCE A TOGLIERE IL PANNOLINO O CONTINUA A BAGNARSI
Può succedere che un bambino non riesca a togliere il pannolino: in questi casi è bene consultare il proprio pediatra.
Naturalmente queste strategie pratiche vanno supportate dal tuo giusto atteggiamento e predisposizione psicologica, caro genitore.
Non parlare mai del “problema” di tuo figlio con altri quando il bambino è presente: questo potrebbe farlo vergognare o dargli un senso di frustrazione.
Fai attenzione, NO allo stress da pannolino, perchè questo potrebbe influenzare tuo figlio. Evita che tutta l’attenzione della famiglia sia puntata verso la liberazione dal pannolino. Le aspettative e la pressione sul bambino potrebbero farlo sentire a disagio, rischiando che si rifiuti di andare avanti. Ricordati che l’addio al pannolino è un momento delicato per il bambino: non va proposto in concomitanza con altri cambiamenti o eventi particolarmente impegnativi (ad esempio l’ingresso a scuola, la nascita di un fratellino). Evita rimproveri, punizioni e ricatti, che hanno solo effetti controproducenti. Se tuo figlio frequenta il nido, confrontati con il personale della struttura per agire coerentemente senza provocare in lui confusione, perché magari al nido non saranno collaborativi, invece bisogna navigare nella stessa direzione. Cerca di essere sereno e di aver fiducia in tuo figlio.
Affronta la tua “paura”. Perchè entrambi avete timore di questo cambiamento. Alcuni genitori vivono nel timore che il piccolo possa sporcare i vestiti o il letto, dando vita a reazioni spropositate e instaurando nel bambino o nella bambina una vera e propria paura, invece è importante vivere con serenità questi momenti.
Caro genitore, tutti questi consigli saranno inefficaci se non ti armerai di pazienza, sorriso ed empatia, le armi migliori per uscire tutti vincitori dalla
Marianna Silvone
Laurea magistrale in scienze dell’organizzazione e del governo presso l’Università di Bologna, poi giornalista.
Ha maturato importanti esperienze nel marketing e nella comunicazione ed oggi si occupa di social media management e content editing.
Mamma di Giulia e Chiara, nel 2013 fonda il blog Trendyfamilyblog.it, dove negli anni ha creato una community di lettrici, costruendo un rapporto autentico e credibile, condividendo contenuti mirati e rilevanti, dal travel alla genitorialità, dalla moda al beauty. Il blog vanta negli anni collaborazioni e progetti con prestigiosi brand italiani ed internazionali e pubblicazioni di articoli su blog con milioni di visualizzazioni (Carlagozzi.it) e testate giornalistiche (Corriere della Sera).