Quando impariamo ad essere “io” e a riconoscerci come individui?
Intorno ai due anni di vita i bambini prendono coscienza di sé e cominciano a definirsi individui separati da mamma e papà guardandosi allo specchio.
L’autoriconoscimento avviene gradualmente ed inizia a manifestarsi intorno ai 9 mesi. Il riconoscimento visivo, non è l’unico segnale dell’autoconsapevolezza un altro aspetto molto importante è il linguaggio. Quando, ad esempio, cominciano ad usare pronomi come “IO” “ME” e “TU” oppure quando esprimono il possesso di qualcuno o qualcosa con “MIO” con cui prende forma e si sviluppa l’idea del sé. Cominceranno a formulare frasi che esprimono la percezione che hanno di loro stessi e del loro comportamento (“Sono un bravo bambino”) perché contemporaneamente compariranno sentimenti come l’imbarazzo, l’orgoglio, la vergogna, la consapevolezza, il giudizio… è un’indicazione del fatto che i più piccoli hanno sviluppato appunto una coscienza di sé.
Dopo i tre anni avviene una evoluzione quando sono contenti per qualcosa che fanno (ad esempio un disegno o se riescono a realizzare un gioco) oppure si sentono in colpa se si rendono conto di aver commesso qualche errore. Ma solo verso gli 8 anni hanno un’idea della loro personalità e di che cosa li renda una brava persona.
L’autostima e la percezione di sé.
Se i genitori forniscono al bimbo una percezione positiva di se stessi questo si rifletterà anche a livello sociale: il bambino avrà voti migliori e un rendimento a scuola più alto. In sostanza, crescere i figli dando loro un rinforzo positivo per quello che fanno permetterà di essere più sicuri anche nella vita. L’autostima, la percezione che il bambino ha del proprio valore, è comunque molto influenzata dalle esperienze sociali, non rimane costante e può variare nel corso degli anni. Questa, inoltre, esercita un’enorme influenza sullo stato emotivo dell’individuo, che, a sua volta, influenza lo stato di interesse e la motivazione.
L’acquisizione del concetto di sé pertanto aiuta anche nell’apprendimento: formulare problemi matematici in seconda persona, ad esempio, è utile nella loro risoluzione.
Siamo noi stessi con gli altri.
Di tutti i concetti sociali, quello più importante è quello del sé. Costituisce un punto di riferimento nell’interazione con gli altri, in quanto media le esperienze sociali e organizza il comportamento verso gli altri. Il sé, inoltre determina le modalità con le quali ognuno di noi costruisce la realtà e stabilisce quali esperienze cercare per mantenere l’immagine che abbiamo di noi stessi. La consapevolezza della propria esistenza.
“La gioia autentica,… nasce dalla sana consapevolezza di aver fatto tutto ciò che era nelle nostre facoltà.” Madre Teresa di Calcutta
Consuelo Napoli
Insegnante di scuola primaria con esperienza ventennale, mamma di due bambine vivaci e curiose, appassionata di letteratura per l’infanzia e l’adolescenza con il pallino per la didattica cre-attiva e inclusiva. Si diverte a creare contenuti e risorse didattiche per bambini, e condivide le sue esperienze con genitori e colleghi sul suo blog e sui social. Sostenitrice delle buone pratiche nella didattica e nell’educazione ed è sempre impegnata a diffondere l’amore per la lettura. Cofondatrice della rivista digitale gratuita "Didattica Felice", riconosciuta come insegnante innovativa MIE Microsoft 2020-21.