Tuo figlio ti risponde male? Lo vedi spesso nervoso e in ansia? Sembra sempre sul punto di esplodere?
Capita a tutti noi genitori di ricevere risposte non così gentili dai nostri figli, senza nessun apparente motivo.
E subito ci domandiamo: “Cosa avrò sbagliato?” “Forse è colpa mia?” oppure “Mio figlio è diventato maleducato e irrispettoso”.
Cerchiamo di capire perché tuo figlio ti risponde male ma soprattutto come risolvere ed evitare che questo accada.
La parola d’ordine per iniziare un dialogo con tuo figlio è il rispetto reciproco.
Ai figli va riconosciuta una propria personalità, che può essere anche molto diversa dalla nostra. Il diario, i cassetti, insomma tutto ciò che custodisce la sua vita intima, va trattato con discrezione, mantenendo un atteggiamento aperto e il più possibile fiducioso. Questo aiuterà tuo figlio ad avere fiducia in te, di conseguenza. Naturalmente la sorveglianza sull’uso eventuale dei social è un discorso differente.
Infatti, sin dall’educazione dell’infanzia, l’equilibrio fa la differenza. Un atteggiamento autoritario non paga: dicendo solo NO rischi di allontanare ancor di più tuo figlio, ma allo stesso tempo il troppo permissivismo, i troppi SI possono fare danni.
Il consiglio è di stabilire, sin da piccolini, poche regole ma imprescindibili, che mutano, chiaramente, con la crescita dei bambini.
Può capitare che a volte volino urla, “parole grosse” e può accadere che tuo figlio ti risponda male. Rispondi minacciando punizioni e ripercussioni? Evita di farlo. Riprendilo con fermezza ma non ripagarlo mai con la stessa moneta. Respira e conta fino a 10 prima di rispondere ma ricorda sempre che l’esempio vale più di 1000 parole. E più urli, meno ti sente: le escalation di urla non sono mai efficaci nel lungo periodo.
Evita di:
- rimproverarlo o accusarlo
- insultarlo
- minacciarlo o avvertirlo
- fare paragoni
- fare previsioni
- ordinare
- fare prediche
- fare del sarcasmo
Allora come fare per evitare che tuo figlio ti risponda sempre male?
In questi momenti, è fondamentale dimostrare sempre e comunque un atteggiamento accogliente: accetta che tuo figlio possa essere anche arrabbiato, in questo modo lo aiuterai a sentirsi compreso e questo gli permetterà di esprimere liberamente le proprie emozioni, descrivere i propri sentimenti.
È necessario insegnare ai figli a gestire le emozioni.
I bambini imparano per imitazione da quello che osservano e vivono tutti i giorni, attraverso i loro genitori. Anche qui l’esempio di noi genitori può fare la differenza.
Inoltre, cerca di non sminuire le emozioni di tuo figlio, ma ripeti più spesso, con empatia, “Ti capisco”.
La situazione può sembrare differente quando i bambini crescono, ma non è proprio così.
Anche nella complessa fase adolescenziale il rapporto genitori-figlio è delicato e spesso noi genitori diventiamo il “bersaglio-sfogo” di ragazzini facilmente irascibili e che sembrano “adirati con il mondo”.
E va bene. Perché è normale e giusto provare differenti emozioni, ma non lo è altrettanto reagire o assumere comportamenti non corretti. Tuo figlio può arrabbiarsi, può essere triste, può piangere ma non può risponderti male, picchiarti o rompere qualcosa quando è arrabbiato. Rispetta le emozioni di tuo figlio, evitando di dirgli che sta esagerando, perché evidentemente quelle emozioni per tuo figlio sono proporzionate rispetto alle emozioni che sta provando. Ma non lo sono le sue reazioni, i suoi comportamenti. Faglielo presente con calma e decisione.
Evita di “educare” tuo figlio nel momento di rabbia (di tuo figlio ma anche la tua).
Digli : ‘Vedo che sei arrabbiato, mi dispiace…. troviamo insieme un modo per…”. In questo modo tu riconosci le sue emozioni, dai un nome alle emozioni, tuo figlio comprende che lo stai accettando e stai rispettando quelle emozioni. Quando finalmente si sarà calmato, allora è il momento di parlargli e trovare una soluzione con un dialogo sereno.
E allora come comportarsi?
I ragazzi utilizzano un linguaggio offensivo e espressioni forti proprio per sperimentare una distanza dagli adulti di riferimento, per provare a minare la loro supremazia e guadagnare il loro posto nel mondo.
Questi comportamenti oppositivi rappresentano anche una ricerca di attenzioni e soprattutto di accettazione da parte del figlio: anche in questa fascia d’età, come per i più piccoli, vale il consiglio di non porsi mai allo stesso livello dei figli (il genitore è genitore, non amico), accogliere le emozioni dei figli e di non rispondere mai con lo stesso tono nervoso e aggressivo.
Ama, abbraccia tuo figlio e digli: “Ti voglio bene”.
Fallo più spesso, non avere timori, anche se non è più un bambino. Non gli potrà che far bene, anzi vi farà bene.
Questi consigli non sono una ricetta segreta o una bacchetta magica che risolve dall'”oggi al domani” i problemi quotidiani ma sono piccoli suggerimenti di una mamma come te, frutto di esperienza, letture e studi, per trovare serenità nella tua famiglia.
Marianna Silvone
Marianna Silvone
Laurea magistrale in scienze dell’organizzazione e del governo presso l’Università di Bologna, poi giornalista.
Ha maturato importanti esperienze nel marketing e nella comunicazione ed oggi si occupa di social media management e content editing.
Mamma di Giulia e Chiara, nel 2013 fonda il blog Trendyfamilyblog.it, dove negli anni ha creato una community di lettrici, costruendo un rapporto autentico e credibile, condividendo contenuti mirati e rilevanti, dal travel alla genitorialità, dalla moda al beauty. Il blog vanta negli anni collaborazioni e progetti con prestigiosi brand italiani ed internazionali e pubblicazioni di articoli su blog con milioni di visualizzazioni (Carlagozzi.it) e testate giornalistiche (Corriere della Sera).