Il linguaggio verbale e il linguaggio del corpo
Comunicare in modo efficace permette ai bambini di stabilire relazioni positive e gratificanti basate sulla collaborazione e sull’aiuto reciproco. Inoltre, una comunicazione efficace offre loro l’opportunità di scegliere di condividere con i compagni interessi, intenzioni, vissuti emotivi e bisogni. Allo stesso tempo, affinché si sviluppi al meglio questa capacità, è molto importante essere disposti ad accogliere i sentimenti degli altri, mostrando interesse per i loro pensieri e desideri.
Infatti se un bambino è abile nel comunicare sarà di sicuro maggiormente apprezzato dai coetanei ed è più probabile che questi ricerchino la sua compagnia.
Osservare come interagiscono tra di loro i piccoli può senz’altro aiutare gli adulti a divenire delle valide guide in grado di fornire il buon esempio e potenziare i diversi aspetti della comunicazione.
Si può insegnare ai bambini l’importanza del prestare ascolto e del fare attenzione a ciò che viene detto loro. Senza interrompere la conversazione in modo inopportuno e facendo domande quando l’altro smette di parlare. Comunicare non fa riferimento solo al linguaggio verbale ma anche al linguaggio del corpo. Osservando i gesti e i comportamenti delle persone si possono intuire i loro stati d’animo e le loro intenzioni.
Quindi se vogliamo insegnare ad un bambino ad ascoltare l’altro possiamo, ad esempio, chiedergli di concentrarsi sulle sue parole, senza distrarsi.
Come fare per mostrare interesse e comprensione?
Ecco che entra in gioco il nostro corpo con le espressioni del volto e la postura. Questi sono potenti strumenti di comunicazione capaci di dire anche senza che vengano pronunciate parole. Possiamo dunque aiutare i bambini ad utilizzare questo tipo di linguaggio proprio quando si presta ascolto, partendo dal guardare il proprio compagno mentre parla per poi fare dei cenni del capo come per acconsentire. Allo stesso modo appropriate espressioni del volto consentono di rendere visibile la comprensione per quanto riferito dall’altro, come un sorriso o un movimento delle sopracciglia in risposta ad un certo commento.
Affrontare le situazioni critiche
Ci sono alcune situazioni in cui i bambini possono sentirsi insicuri, avere timore della reazione dell’altro e avere difficoltà ad esprimere le proprie necessità. Ad esempio quando fanno una richiesta ad un amico o a un compagno di classe oppure quando desiderano dire di no.
Nel fare una richiesta è importante aiutare i ragazzi a comunicare in modo chiaro e onesto cosa desiderano, dando voce alle loro necessità e avendo la premura di rispettare la risposta altrui: l’altro infatti potrebbe decidere di non acconsentire.
Si potrebbe quindi ragionare insieme su quali sono i modi possibili per iniziare una conversazione in cui si vuole chiedere un favore: “Mi piacerebbe che…”/ “Mi servirebbe…”/ “Vorrei che…”/ “Potresti…” sono infatti tutte espressioni cortesi in cui si comunica apertamente il proprio bisogno.
Ugualmente si può insegnare ai bambini a dire di no in modo sincero, rispettando i loro desideri e chi ha fatto quella richiesta.
Si può quindi ancora una volta ragionare su quali possono essere le formule più adatte per comunicare la propria volontà, in modo fermo senza alzare la voce.
Ecco alcuni esempi: “Mi dispiace ma non posso” / “Mi dispiace ma oggi non posso venire a casa tua” / “Oggi non posso prestarti gli appunti, però posso darteli domani” / “Adesso preferisco fare questo gioco”.
Saper comunicare permette ai bambini di gestire nel migliore dei modi anche situazioni difficili. Ad esempio, fare una critica ad un compagno o riceverla, accettare un rifiuto, chiedere scusa o esprimere disaccordo.
Aiutare i bambini a comunicare in modo efficace significa supportarli mentre fanno pratica per potenziare questa capacità. Aiutarli mentre si allenano ad ascoltare, a chiedere, a rifiutare e a dire, sia con le parole che con il corpo, rispettando se stessi e gli altri.

Gilda Picchio
Laureata in Psicologia Clinica ad Urbino nel 2009, sta concludendo il suo percorso di formazione come psicoterapeuta presso la scuola di specializzazione in Psicoterapia Cognitiva di Ancona. Nel 2012 si avvicina al mondo dell'autismo grazie ad un master svolto nella città di Madrid, dove ha avuto l'opportunità di entrare in contatto con ragazzi con autismo e di lavorare con bambini con difficoltà scolastiche e familiari.
Attualmente lavora nel campo dell'autismo e svolge la libera professione in provincia di Macerata, presso il Centro di Psicologia e Psicoterapia “Sophia”, occupandosi di bambini, ragazzi e adulti.
Inoltre insieme ad una collega realizza percorsi di gruppo sulle emozioni e sull'assertività, per aiutare ogni persona a comprendere quali sono i propri bisogni nella relazione con l'altro, nei diversi contesti di vita.
