Cos’è la gentilezza?
Esiste un modo per insegnare a tuo figlio il valore della gentilezza?
Quante volte, nella vita di tutti i giorni, ti capita di essere trattato in modo poco educato? In fondo, sarebbe bastato così poco per essere gentili, vero? Questo accade a grandi e piccini.
Ecco perché è un tuo dovere, caro genitore, educare tuo figlio alla gentilezza.
Certo, educare tuo figlio, lo so bene, non è semplice. è una sfida quotidiana.
Ma esistono delle strategie educative che puoi adottare per trasmettere a tuo figlio i concetti di gentilezza, compassione, rispetto e attenzione verso gli altri.
I bambini non nascono né buoni né cattivi ma hanno bisogno di adulti che li aiutino e gli insegnino a diventare gentili e rispettosi verso gli altri.
Un bambino gentile sarà un adulto gentile.
Prima di tutto, chiedi a tuo figlio: “Cosa significa per te essere gentile?”
Essere gentili infatti può significare moltissime cose. Per esempio, insieme, provate a fare una lista dei tanti modi in cui si può essere gentili.
Primo step.
Sii più amichevole con gli estranei, quindi sorridi, saluta i vicini e insegna a tuo figlio a fare lo stesso. E non dimenticare le “sempre care e vecchie paroline gentili”: scusa, grazie e per favore.
Non dimenticare il gioco: giocate ad essere gentili.
Intorno ai tre anni, nella fase prescolare, esiste un periodo in cui “tutto è mio”: la mamma “è mia”, il gioco del compagno “è mio” ecc. Ed è proprio questo il momento giusto per spiegare a tuo figlio che non tutto “è mio”.
Sappiamo bene che l’educazione parte dalla famiglia: non permettere a tuo figlio di parlarti in modo irrispettoso. E’ importante fissare delle chiare regole familiari e soprattutto farle rispettare con chiare conseguenze se il bambino continua a parlare irrispettosamente dopo essere richiamato con te o con i fratelli.
Essere gentili vuol dire rispettare gli altri: la genitorialità positiva implica che i genitori insegnino ai loro figli a essere rispettosi senza essere scortesi o indisciplinati nei comportamenti nei loro confronti. Fa’ in modo che l’attenzione verso gli altri diventi una priorità
Inoltre, insegna a tuo figlio che tutti possono sbagliare e che fare errori aiuta a crescere e che l’imperfezione è parte della nostra natura. E ricorda di non esitare mai a fare dei complimenti sinceri a tuo figlio, quando si distingue per un comportamento virtuoso.
Dai l’opportunità ai tuoi figli di sperimentare l’attenzione verso gli altri e la gratitudine
L’attenzione verso gli altri, la gentilezza e la gratitudine si possono apprendere, proprio come si impara un nuovo sport o a suonare uno strumento. La ripetizione quotidiana (che si tratti di aiutare un compagno con i compiti, aiutare la mamma in casa o svolgere un compito per la scuola) fa in modo che l’attenzione verso gli altri si sviluppi e si apprenda seconda natura, affinando le capacità di gentilezza nei più piccoli.
Prima di pensare a tuo figlio, assicurati di essere tu stesso sereno e felice, perché è molto più semplice trasmettere a tuo figlio gentilezza e amore se tu hai già fatto quello che devi fare per essere un genitore felice. Inoltre, estendi il concetto di “interesse” del tuo bambino: la tua sfida è fare in modo che tuo figlio impari a essere gentile con tutti.
Aiuta tuo figlio nella gestione dei sentimenti negativi:
Spesso la gentilezza e la propensione verso gli altri è sopraffatta dalla rabbia, dalla vergogna, dall’invidia o da altri sentimenti negativi. È tuo compito insegnare a tuo figlio che tutti i sentimenti sono leciti, anche quelli negativi, ma non tutti i comportamenti lo sono. Tuo figlio dovrebbe essere consapevole che il suo comportamento e le sue scelte hanno conseguenze e un impatto sugli altri.
Infine, chiedi a tuo figlio cosa ha provato quando ha ricevuto un gesto di gentilezza: lo aiuterai a riflettere sulla sensazione che si prova nel fare del bene.
Come ho più volte ripetuto, non dimenticare che tu sei il primo esempio, l’osservato speciale di tuo figlio.
I bambini, anche i più piccoli, osservano attentamente il comportamento degli adulti, ma soprattutto dei genitori. Quindi tu devi essere il primo modello di gentilezza e rispetto nella quotidianità.
Rifletti.
L’esempio diventa essenziale e crea un clima favorevole, anche in casa, per praticare la gentilezza. Le azioni valgono molto più delle parole e il tuo comportamento influenza quello di tuo figlio. Se tu userai le parole “Buongiorno”, “Grazie”, “Prego” anche tuo figlio lo farà.
Pratica quotidianamente la gentilezza e anche tuo figlio sarà gentile, perché la gentilezza è contagiosa e dona serenità a chi la riceve e a chi la dona.
Più siamo gentili, più noi e gli altri stiamo bene.
Marianna Silvone
Laurea magistrale in scienze dell’organizzazione e del governo presso l’Università di Bologna, poi giornalista.
Ha maturato importanti esperienze nel marketing e nella comunicazione ed oggi si occupa di social media management e content editing.
Mamma di Giulia e Chiara, nel 2013 fonda il blog Trendyfamilyblog.it, dove negli anni ha creato una community di lettrici, costruendo un rapporto autentico e credibile, condividendo contenuti mirati e rilevanti, dal travel alla genitorialità, dalla moda al beauty. Il blog vanta negli anni collaborazioni e progetti con prestigiosi brand italiani ed internazionali e pubblicazioni di articoli su blog con milioni di visualizzazioni (Carlagozzi.it) e testate giornalistiche (Corriere della Sera).