Relazioni efficaci e bambini

La capacità di instaurare relazioni efficaci aiuta a mettersi in relazione e interagire con gli altri in maniera positiva. Ciò vuol dire riuscire a creare e mantenere relazioni amichevoli che possono avere forte rilievo sul benessere mentale e sociale presente e futuro. Tale capacità può esprimersi sul piano delle relazioni con i coetanei ma anche con i membri della propria famiglia, favorendo il mantenimento di un’importante fonte di sostegno sociale; può inoltre voler dire esser capaci, se opportuno, di porre fine alle relazioni in maniera costruttiva.

Significa anche essere assertivi, cioè capaci di affermare sé stessi, dichiarare i propri bisogni e le proprie opinioni nel rispetto degli altri, delle loro idee e dei loro bisogni, senza prevaricazioni o sottomissioni.

Perché svilupparla

L’essere umano è un animale sociale e sperimenta continuamente relazioni interpersonali nei vari contesti in cui si trova (famiglia, scuola, lavoro, amicizia ecc.).

Essere consapevoli delle proprie abilità nelle relazioni ci permette di poter esprimere le potenzialità per raggiungere una migliore condizione di benessere sociale.

Sentirsi liberi di esprimere il proprio punto di vista con un amico o con un familiare, essere sinceramente interessati a comprendere le istanze altrui anche se divergenti, senza per questo entrare in conflitto, sono abilità che generano relazioni autentiche e alimentano la fiducia in se stessi e negli altri.

Essere efficaci nelle relazioni significa raggiungere il proprio obiettivo in termini di soddisfazione dei bisogni e desideri.

Per avere buone relazioni è importante avere buoni confini con l’altro, cioè una buona consapevolezza di sé stessi e dell’altro in modo da distinguere

  • i propri bisogni
  • le proprie emozioni
  • i propri pensieri

da quelli dell’altro.

Quando non si hanno buoni confini interpersonali si creano i presupposti per una relazione difficile e spesso faticosa: ci si prendono le responsabilità di altri (figli, colleghi, genitori, ecc.), oppure si erige un “muro” per mantenere l’altro distante per paura che ci possa invadere.

Sentire i confini interpersonali ci permettere di essere in contatto emotivo con l’altro, utilizzando l’empatia, ma senza fonderci o sostituirci, capendo le sue esigenze.

Ad esempio, si pensi al cambiamento del bambino che da piccolo vuole sempre stare con il genitore. Poi, quando inizia la scuola, va nella cameretta a studiare e lascia la porta aperta finché, nell’adolescenza, inizia il tempo della “porta chiusa”. Come vive il genitore questo cambiamento? Rispettare la porta chiusa del figlio è difficile ma fondamentale per costruire una relazione efficace con lui. Riconoscere il suo bisogno di autonomia, seppure emotivamente sfidante, è il presupposto per una relazione in cui anche il figlio saprà riconoscere i bisogni e i confini del genitore. Quando il ragazzo o la ragazza non sentono rispettato questo confine…sbattono la porta, tagliano fuori il genitore, cioè alzano un muro! Lo stesso muro che a volta è fatto di silenzio.

“Una vita sociale sana si trova soltanto, quando nello specchio di ogni anima la comunità intera trova il suo riflesso, e quando nella comunità intera le virtù di ognuno vivono.”Rudolf Steiner

Napoli Consuelo
Consuelo Napoli
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Insegnante di scuola primaria con esperienza ventennale, mamma di due bambine vivaci e curiose, appassionata di letteratura per l’infanzia e l’adolescenza con il pallino per la didattica cre-attiva e inclusiva. Si diverte a creare contenuti e risorse didattiche per bambini, e condivide le sue esperienze con genitori e colleghi sul suo blog e sui social. Sostenitrice delle buone pratiche nella didattica e nell’educazione ed è sempre impegnata a diffondere l’amore per la lettura. Cofondatrice della rivista digitale gratuita "Didattica Felice", riconosciuta come insegnante innovativa MIE Microsoft 2020-21.